DICEMBRE 15, 2023
Gabriella Traviglia
I caffè scientifici dell'ultima edizione di AquaGranda - Incontri e Dialoghi sulle Maree (2023) sono stati un momento di scoperta e confronto sullo stato di Venezia e della sua laguna.
Un doppio appuntamento - o dovrei dire un caffè doppio - per parlare del futuro della laguna, del MOSE e di Venezia, con due possibili proposte per il futuro presentate da due gruppi di ricerca.
Moderati da Georg Umgiesser, Dirigente di Ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche a Venezia e guida di un gruppo di scienziati che studiano principalmente le lagune e la zona costiera attraverso la modellazione numerica, gli incontri sono stati un'occasione per capire le possibilità e gli scenari possibili per questa città unica.
Durante la prima serata, gli urbanisti Lorenzo Fabian, Professore di Urbanistica presso lo IUAV, e Ludovico Centis, Ricercatore presso l'Università di Trieste, hanno presentato il loro studio recentemente pubblicato da Anteferma nel volume “The Lake of Venice”.
A seguire, Pietro Teatini, Professore di Idrologia all'Università di Padova e Presidente dell'Iniziativa UNESCO per lo studio della subsidenza (LaSII), insieme a Luigi Tosi, geologo e Dirigente di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l'Istituto di Geoscienze e Georisorse, hanno presentato una ricerca relativa alla possibilita’ di innalzare la città di circa 30 cm attraverso il pompaggio di acqua salata negli acquiferi profondi posti sotto la laguna.
Entrambi i momenti sono stati densi e intensi, e i relatori non si sono mai sottratti alle domande, che sono state molte e anche molto accurate. Abbiamo deciso di scrivere una piccola sintesi di quello che è stato detto durante le due serate perché ci siamo resi conto di quanto ci sia voglia di parlarne in modo propositivo e che le soluzioni, in progress ma strutturate, di chi si occupa di pianificazione urbana, idrologia, geologia appartengono ancora troppo alle sale conferenze.
La città e la laguna. La città o la laguna.
Un elemento trasversale ai due appuntamenti è stato proprio il rapporto tra città e laguna. Un rapporto complesso e intricato, argomento di discussione storicamente molto dibattuto.
Ovviamente è stato oggetto di discussione anche durante i caffè, in particolare in relazione alle barene. Negli ultimi anni, con l'attivazione regolare del MOSE, è emerso che l'operazione di "chiusura della laguna" causa degli effetti negativi sull'ecosistema lagunare, in particolare sulle barene, che occupano un territorio esteso per la Venezia acquatica, rappresentando la casa di molte delle vegetazioni e degli insetti locali.Detta in modo molto semplice, la maggior parte del “nutrimento” delle barene avviene durante gli episodi di alta marea, quando i sedimenti trasportati nelle acque lagunari si depositano sulla superficie delle barene consentendo di mantenere inalterata la loro elevazione rispetto a quella del medio mare. Da quando questi fenomeni sono stati bloccati per evitare episodi di acqua alta eccezionale per la città, i suoi palazzi e i suoi abitanti, il nutrimento necessario per la sopravvivenza delle barene è venuto meno.
Questo è solo un esempio di una situazione che si è presentata spesso per la città di Venezia: chi salvaguardiamo, la laguna o la città?
The lake of Venice
Lo scenario proposto da Fabian e Centis è un ripensamento totale dell’area metropolitana veneziana, ispirato proprio dal continuo mutamento che percorre le radici della città e della sua Laguna. Come già sperimentato altri contesti ed esplorato da esperti e studiosi in passato, il progetto ipotizzato prevede di suddividere la laguna in tre parti, trasformando la parte centrale che includerebbe Venezia e le altre isole storiche in un lago e mantenendo la natura lagunare delle parti settentrionale e meridionale, favorendone al contempo l’espansione in aree bonificate nei secoli scorsi a ridosso delle stesse. Il porto sarebbe trasferito off-shore ma la città tornerebbe ad essere completamente funzionale.
In questa Venezia lacustre, la biodiversità e l'ecologia di Venezia cambierebbero radicalmente, ma come già sperimentato altrove, in realtà, l'ecosistema si adatterebbe gradualmente al cambiamento nel giro di pochi anni.
Sollevare Venezia con l'acqua
La proposta di Teatini e Tosi è stata formulata già quindici anni fa ed è ad uno stadio avanzato, che prevederebbe come prossimo step una sperimentazione sul campo.
Alla base del loro studio c'è l'ipotesi di poter sollevare l'intera città di circa 30 cm pompando nel sottosuolo, ad una profondità che va dai 600 ai 1000 metri, l’acqua della laguna.
Questa andrebbe ad aumentare la pressione negli acquiferi sotterranei che porterebbe la città di Venezia 150 anni indietro nel tempo, recuperando circa 30 cm di elevazione rispetto al medio mare.
Ciò permetterebbe di essere meno soggetti ad episodi di acqua eccezionale in quanto gli attuali 160 cm diventerebbero 130 cm a seguito proprio del sollevamento della città.
Il progetto prevede la realizzazione di un certo numero di pozzi profondi (orientativamente 10, di dimensioni ridotte) attorno alla città che, muniti di pompe, consentirebbero di iniettare l’acqua della laguna negli acquiferi salati in modo tale da ottenere un sollevamento uniforme. Secondo le stime di Teatini e Tosi, in dieci anni si raggiungerebbe l'obiettivo sperato, e a quel punto i volumi d'acqua da pompare potrebbero diminuire drasticamente, benché non essere azzerati per mantenere il recupero di quota della città.
Questa proposta è complementare al MOSE, che rimarrebbe indispensabile nelle situazioni di acqua alta eccezionale, ma il cui utilizzo potrebbe tuttavia essere limitato a situazioni davvero occasionali.