Una memoria collettiva digitale è una risorsa di informazioni digitali creata da una comunità per la comunità stessa. Si ispira alla memoria umana, che contiene un enorme insieme di fatti, immagini, suoni, odori, esperienze corporee, credenze, commenti, opinioni, speculazioni, piani, emozioni, prospettive e molto altro. La nostra memoria è fondamentale per dare senso e per affrontare nuove esperienze sulla base di ciò che abbiamo imparato dal passato. Una memoria collettiva digitale aspira a fare lo stesso, con la sola differenza che non è la memoria di una singola persona, ma di un gruppo di persone unite da preoccupazioni comuni. Non è memorizzata nel cervello di nessuno, ma i suoi contenuti sono distribuiti su una moltitudine di supporti, che possono essere digitalizzati, trasferiti e archiviati nel web. Attraverso delle interfacce intuitive, ha lo scopo di condividere gioia, ma anche tristezza, per aiutare una comunità ad affrontare eventi traumatici e a espandere e condividere risorse preziose.
Esistono già degli esempi di memorie collettive digitali, come quelli per vigilare sull'inquinamento atmosferico e acustico in città quali Parigi e Bruxelles o per aiutare a gestire una forma di disboscamento sostenibile nella foresta pluviale africana. Ma la memoria collettiva digitale di Aqua Granda è speciale, non solo perché tratta i traumi delle catastrofiche inondazioni dell’Aqua Granda a Venezia nel 1966 e nel 2019, ma anche perché utilizza i dati dei social media e degli strumenti all'avanguardia per la raccolta e l’analisi di dati, basati anche sull’IA, sviluppati nel progetto europeo Odycceus.
Questo al fine di raccogliere e mostrare le reazioni di cittadini, visitatori ed esperti, così da rendere visibili ed esplorabili queste opinioni per riflettere su ciò che dovrebbe essere fatto per evitare future catastrofi. La Memoria Collettiva Digitale di Aqua Granda è un sistema vivente, che permette a chiunque di accedere e (re)interpretare i suoi contenuti in relazione al continuo mutamento del presente. La prima base c'è e ora è nelle mani di tutti coloro che hanno a cuore Venezia per ampliarla ulteriormente e utilizzarla come strumento per ricordare l’Aqua Granda e per riflettere sulla futura vivibilità e sostenibilità di questa città unica.
Il progetto “Aqua Granda, una Memoria Collettiva Digitale” è stato lanciato il 12 novembre 2020 nell’ambito del progetto H2020 EU Odycceus, dall’ Università Ca' Foscari e Science Gallery di Venezia.
La fortuna del progetto AquaGranda risiede nella natura insita della città di Venezia: pur essendo un luogo visitato da milioni di persone, Venezia in certi frangenti si comporta come un paese di provincia. Nei giorni successivi all’acqua alta del 12 novembre, tutti i residenti si sono fatti forza per riuscire ad emergere nuovamente, sostenendosi l’un l’altra. Riproporre a distanza di un anno un archivio in cui quel terrore e quella disperazione tornavano dolorosamente alla memoria non era cosa facile: tuttavia c’era il bisogno di ricordare, di rivivere quei momenti quasi per esorcizzare quell’evento che tanto aveva colpito l’identità veneziana. Per questo motivo c’è stata una grande adesione al processo di raccolta: in quelle immagini c’era un bisogno di riscatto, una liberazione da un incubo che aveva assoggettato l’intera comunità.
L’invito a partecipare alla costruzione di una memoria digitale tramite un archivio multimediale è stato promosso con una campagna sui social network e i media locali. Questo ha permesso di raggiungere un ampio pubblico, tralasciando tuttavia una fascia di popolazione poco avvezza all’utilizzo dei nuovi media. Per questa ragione, una parte fondamentale del lavoro è stata quella di una incontrare fisicamente le persone , spiegando il nostro intento: questo ha permesso da un lato di recuperare più materiale, dall’altro di instaurare una relazione di fiducia. Questo aspetto, di vitale importanza per il progetto, ha permesso alla memoria collettiva di arricchirsi anche di quegli aspetti emotivi che altrimenti sarebbero andati perduti.
Non solo i singoli dunque, ma anche le istituzioni sono state ovviamente colpite dal fenomeno naturale e portano con loro un'esperienza importante, oltre a ricoprire un ruolo fondamentale come luoghi di incontro per quella stessa comunità con la quale avevamo iniziato a collaborare. una È stato indispensabile raggiungere istituzioni e associazioni locali che hanno avuto un ruolo attivo nei giorni successivi all'alluvione per realizzare questo progetto. Il DVRI - Distretto Veneziano Ricerca e Innovazione è stato fondamentale nello strutturare fin dal principio una solida collaborazione con la città e i suoi attori culturali e di ricerca. una Confartigianato si è attivato per raggiungere tutti gli artigiani locali affinché contribuissero con le loro testimonianze , agendo come un ponte verso una parte della cittadinanza, altrimenti non raggiungibile. una CNR ISMAR e il Centro Maree hanno risposto attivando un dialogo tra arte e scienza, fornendo i dati scientifici e provvedendo a una formazione specialistica per gli artisti e i data-scientist invitati a contribuire alla mostra.
La memoria non è qualcosa di statico, ma è continuamente influenzata da nuove esperienze, così come da processi di richiamo e ricostruzione di eventi e situazioni passate. Una porzione rilevante dell’informazione e delle testimonianze sull’evento è stata infatti spontaneamente condivisa online al momento dell’accaduto. Il Web e le sue app, che sono oggigiorno facilmente accessibili anche durante eventi estremi, hanno permesso a chiunque lo desiderasse di riportare online in tempo reale, storie ed emozioni vissute in ogni angolo della città. I social media possono quindi essere utilizzati come una macchina del tempo per “archeologi” del Web , al fine di memorizzare digitalmente come un evento è stato percepito dalla comunità quando è avvenuto. Questo è stato il nostro tentativo nella realizzazione dell'archivio e della successiva mostra.
Una delle criticità nella creazione di questa memoria è stata quella di definire una strategia di reperimento, raccolta e catalogazione dell’informazione online sull’evento. L’automazione della raccolta dati, attraverso programmi open-source sviluppati e utilizzati nel progetto ODYCCEUS (come DMI-4CAT e Penelope), permette di collezionare grandi volumi di dati provenienti dai social media in poco tempo. Tuttavia quello che si è rivelato fondamentale è stato definire una strategia di selezione delle fonti e di parametri di ricerca utilizzati per trovare, filtrare e scaricare questi dati Web.
Il progetto ODYCCEUS è coordinato dal Max Planck Institute per la matematica nelle scienze (dr. Eckehard Olbrich) e raggruppa in totale sei partner nelle Università di Amsterdam, Bruxelles, Goteborg e Parigi, nonché il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari (prof. Massimo Warglien).
Il progetto ha sviluppato una piattaforma aperta e modulare, chiamata PENELOPE , che unisce gli strumenti necessari alla totale integrazione del processo per raccogliere e analizzare le comunicazioni all’interno di una comunità: dai dati copiati dal web, dai social media e dalle fonti digitali, alla visualizzazione delle analisi e i modelli sviluppati nell’ambito del progetto.
Nello specifico Ca’ Foscari ha coordinato i risultati del progetto relativi alla costruzione della memoria digitale collettiva incentrati intorno alla reazione della società durante l’inondazione dell’Aqua Granda a Venezia (1966 e 2019).
Stimolare la creatività. Ispirare nuove idee. Sorprendere. Queste sono solo alcune delle parole chiave di Science Gallery, un network internazionale di gallerie nate all’interno delle Università dedicato al coinvolgimento del pubblico con l’arte e la scienza.
Incorporata all’interno dell’Università Ca’ Foscari Venezia e parte dell’acclamata rete globale di Science Gallery - che include gallerie situate a Dublino, Londra, Bengaluru, Melbourne, Detroit, Berlino, Rotterdam e Atlanta - Science Gallery Venice è un luogo di ispirazione e cambiamento per le menti più curiose grazie all’incontro tra arte e scienza.
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