Chiunque abbia vissuto in prima persona gli eventi drammatici della notte del 12 novembre 2019 a Venezia ricorda la potenza del vento con le forti raffiche di pioggia, l’incessante suono delle sirene a preannunciare l’altezza della marea e la laguna che andava crescendo oltremodo, mangiandosi le rive e le calli della città. Eppure, l’immagine che più è rimasta impressa nella memoria collettiva di quell’evento è quella fotografia icastica del battello arenato, ritrovatosi di sbieco su Riva degli Schiavoni una volta calata la marea. Un monito a ricordo della potenza dell’acqua quando sale incontrollata, una traccia materica e spettrale del suo violento passaggio.
Stratigrafie Operative è un’installazione artistica dai tratti monumentali e sculturali che attraversa la città riappropriandosi proprio dell’elemento divenuto iconico di quella notte: un battello di linea. È nata dall’azione di ricerca congiunta di Giulia Bruno, Armin Linke e Lorenzo Mason che hanno lavorato negli ultimi due anni all’acquisizione e rielaborazione di alcuni materiali custoditi dalle istituzioni veneziane che hanno partecipato attivamente alla gestione dell’emergenza causata dalla marea eccezionale che ha sommerso la città, l’aqua granda. Tutto il processo è stato coordinato e gestito con il supporto del team del progetto AquaGranda, un archivio in continuo divenire che si ripropone di mantenere attiva la memoria di quell’evento per riflettere sul futuro della città di Venezia. Appropriandosi degli spazi solitamente adibiti alla pubblicità, Stratigrafie Operative ripercorre il racconto dell’aqua granda da un punto di vista inedito, stratificandone la memoria attraverso narrazioni tecniche legate al ricordo di quella notte.
Con l’intento di approfondire e aggiungere significato a immagini apparentemente prive di estetica e spesso rilegate alla mera documentazione degli eventi a cui si riferiscono, il gruppo ha coinvolto i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, la VERITAS, il CNR Ismar e il Comune di Venezia per individuare dei materiali che potessero offrire una visione inedita dell’aqua granda del 2019. Nel novembre 2022 il collettivo ha tenuto un workshop nel contesto della mostra Sulle Acque presso la Chiesa delle Penitenti organizzata da AquaGranda. In quel frangente, Giulia Bruno e Armin Linke hanno dialogato con dei rappresentati di alcune delle istituzioni veneziane coinvolte, che hanno ri-letto attraverso la propria esperienza professionale e i propri ricordi personali una serie di immagini tecniche da loro utilizzate a fini logistici. In questo modo le immagini documentali hanno assunto ulteriori significati supportati da racconti e annotazioni esplicative nati dal dialogo intimo creatosi con gli artisti. Questo processo collegiale di rilettura e reinterpretazione di materiale utilizzato principalmente a fini operativi è cuore nella poetica di Giulia Bruno, Armin Linke e Lorenzo Mason, poiché attualizza l’estetica tecnico-scientifica contemporanea quale portatrice di valori culturali fortemente legati all’immaginario collettivo.
Unendo le tre diverse linee di ricerca dei membri del collettivo, rispettivamente del linguaggio inteso come strumento tecnologico, la fotografia come espressione di un’epoca e la grafica come mezzo di sperimentazione narrativa, Stratigrafie Operative riattiva la memoria legata alle conoscenze operative per la gestione dell’emergenza causata dalla marea eccezionale del 2019 attraverso una stratificazione multipla. Come la marea non raggiunge un unico picco, ma ciclicamente ogni sei ore sale e nelle successive sei cala, la marea eccezionale del 2019 ha sommerso la città di Venezia a più ondate e per più giorni richiedendo al personale tecnico un monitoraggio e lavoro continui per la gestione dell’emergenza. Questi offrono un parallelismo con il processo narrativo incarnato dall’opera, che riattiva la memoria e l’immaginario collettivo rispetto all’evento in modo ciclico, a ondate. Le immagini scelte lavorano su piani molteplici che intersecano conoscenze note con racconti tecnici e specialistici, dove il punto di vista di chi gestisce un piano emergenziale torna alla comunità. Il mezzo scelto, un battello, è emblema materico di questo ritorno alla comunità, in quanto incarna la quotidianità degli spostamenti di chi abita e attraversa lo spazio della città.
Muovendosi tra i canali, l’opera Stratigrafie Operative riporta in sé gli innumerevoli e sfaccettati livelli interpretativi che certe immagini scatenano nella singola persona, dove la gestualità delle annotazioni entra in dialogo con l’immagine stessa, trasformando il documento in opera complessa. Come dei tratti pittorici, le annotazioni si sovrappongono al noto diventando tracce materiche di un racconto ulteriore, in grado di offrire uno scostamento rispetto al significato primario che l’immagine può avere. Un processo collettivo che dal dialogo simbolico rientra nella quotidianità intima e materica della fruizione, sempre parziale, mai completa. L’opera-battello di per sé è infatti impossibile da cogliere nella sua interezza a livello visivo: dalla riva come un monumento fluttuante racconta certe storie, mentre all’interno ne schiude altre. Un doppio livello narrativo che da panorama si raccoglie all’intimità dello spazio del mezzo pubblico e viceversa. Una serie di rimandi e ritorni rispetto a quell’immaginario collettivo che continua a restare impresso in tutte le persone che attraversano la storia e la fragilità della città di Venezia: un fluire ciclico in dialogo con la marea.
L’opera Stratigrafie Operative nasce da un dialogo portato avanti da Giulia Bruno, Armin Linke e Lorenzo Mason e il progetto AquaGranda. Sin dalle sue origini, AquaGranda mantiene viva la memoria della comunità veneziana e il suo stretto legame con le maree, preservando e divulgando la memoria di questa comunità costiera soggetta agli effetti del cambiamento climatico. L’archivio digitale di AquaGranda è infatti un'opera di memoria collettiva, un mosaico di prospettive sull’evento estremo del 2019, i cui tasselli sono i ricordi di coloro che lo hanno vissuto in prima persona, o di chi ne ha diffuso o interpretato l’eco mediatico.
Nell’ultimo anno e mezzo, il team di AquaGranda ha lavorato insieme al collettivo di artisti composto da Giulia Bruno, Armin Linke e Lorenzo Mason, per liberare anche quei materiali tecnici che, data la loro natura riservata e/o operativa, erano rimasti finora invisibili al pubblico. Si tratta infatti di materiali custoditi dalle istituzioni e organizzazioni locali che, in quella come in altre occasioni, hanno operato per soccorrere la popolazione, mitigare gli effetti dell’evento e rendere nuovamente vivibile la città e la laguna di Venezia.
Queste testimonianze operative rappresentano la chiave di volta di una memoria collettiva, poiché sono portavoce di un savoir-faire diffuso ma spesso tacito, che è imprescindibile per comprendere e affrontare nel migliore dei modi eventi climatici estremi come quello vissuto nel novembre 2019, sia a Venezia che in altre aree costiere soggette a fenomeni simili.
Per capire appieno la natura e la portata di un evento di marea straordinaria, è necessario identificare chi era sul campo nelle aree più affette dall’evento, come l’isola di Pellestrina, e raccogliere le testimonianze di chi ha operato, in molti casi senza sosta per l’intera notte, per proteggere la comunità e ripristinare la vivibilità della città nei giorni a seguire. Abbiamo quindi attivato la rete di AquaGranda, per individuare, insieme agli artisti, coloro che custodivano queste preziose testimonianze operative.
Questo processo di esplorazione e facilitazione, durato diversi mesi, ha dato il via ad una seconda fase di raccolta di contenuti multimediali sull’evento: un laboratorio, curato dal collettivo e coordinato dal team di AquaGranda. In quel contesto, con il supporto delle istituzioni e delle organizzazioni locali, sono stati coinvolti gli attori che erano sul campo durante l’evento. Questi, hanno commentato e annotato i materiali operativi raccolti, rivelandone retroscena e dettagli tecnici che soltanto un occhio esperto può cogliere.
Questo processo di annotazione partecipativa, svolto l’11 e 12 novembre 2022 nel suggestivo contesto della Stanza di Archiviazione della mostra Sulle Acque, ha fatto emergere i materiali successivamente utilizzati dal collettivo per la produzione dell’opera Stratigrafie Operative.
Quale mezzo, se non un vaporetto dell’ACTV, poteva veicolare il potere evocativo di quest’opera? Grazie alla collaborazione tra AquaGranda, VELA e altri partner locali, un mezzo di trasporto pubblico acqueo, tra quelli più affetti dalla devastazione della marea eccezionale del 2019, appare ora come portavoce operativo di queste testimonianze. Come la marea, questo veicolo trasformato dagli artisti agisce come un’opera d’arte pubblica, irrompendo nel quotidiano. Un'opera stratigrafica di materiali e memorie operative in itinere per i canali di Venezia, che come il cambiamento climatico possono arrivare ovunque e riguardare chiunque.
© Marco Sabadin
© Marco Sabadin
Giulia Bruno è un'artista di base a Berlino che lavora con i linguaggi mediali, la fotografia e il video. La sua ricerca artistica verte su temi quali la tecnologia, l'attivismo politico e culturale, con particolare attenzione alla definizione di Natura e Linguaggio e alle contraddizioni che sorgono nelle loro interazioni. Il suo lavoro esplora paesaggi artificiali e naturali, con riferimento a temi quali il cambiamento climatico, il rapporto tra vita e scienza, pop e cultura, biodiversità e linguaggio. Le sue opere sono state esposte a livello internazionale e nel 2018 la sua ricerca artistica sul linguaggio come atto tecnologico è stata selezionata per i Future Greats di ArtReview. Ha recentemente sviluppato con Armin Linke la mostra "Earth Indices" in collaborazione con gli scienziati dell'Anthropocene Working Group per la Haus Der Kulturen Der Welt.
giuliabruno.com/Per oltre vent’anni, il fotografo e filmmaker Armin Linke ha documentato come l’umanità usa le tecnologie e la conoscenza per trasformare la superficie della Terra per adattarla alle proprie esigenze. Con un approccio collettivo con altri creativi, ricercatori e scienziati, le narrazioni delle sue opere si espandono in discorsi multipli. Le sue opere sono state esposte a livello internazionale. Ha vinto il premio speciale alla Biennale di Architettura e Immagine di Venezia del 2004 e nel 2019 ha ricevuto il Kubus.Sparda Art Prize. Attualmente è professore ospite all’ISIA di Urbino e artista in residenza al KHI di Firenze - MPI.
www.arminlinke.com/Lorenzo Mason (1983) fonda l’omonimo Lorenzo Mason Studio nel 2020, studio multidisciplinare che si occupa di design, ricerca, produzione ed insegnamento. La sua indagine si dedica alla sperimentazione di formati, linguaggi e tecniche e il suo lavoro prende forma da una continua conversazione con artisti, architetti, curatori e istituzioni.
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