Il Laboratorio
Venezia, ha una lunga tradizione di rappresentazione del proprio paesaggio e della laguna come ecosistema artificiale.
Gli artisti Giulia Bruno e Armin Linke si domandano come le immagini operative che scattiamo negli ultimi anni attraverso semplici cellulari o attrezzature digitali potranno in futuro avere una importanza di testimonianza culturale allo stesso livello deglis schizzi, delle pitture e degli appunti di idrografia, di urbanistica e di attività culturali creati con mezzi analogici attraverso i secoli.
Per le sue peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico materiale ed immateriale, Venezia è stata universalmente dichiarata, assieme alla sua laguna, patrimonio dell’umanità.
Il cambiamento climatico sta progressivamente agendo e modificando non solo il paesaggio globale ma anche i sistemi, il confine tra terra e mare e la logistica necessaria al mantenimento dei modelli di città.
Il tema “acqua” è una delle criticità contemporanee. Gli artisti Giulia Bruno e Armin Linke intendono guardare a Venezia come ad un ecosistema modello, connesso con il sistema mare e le maree, un modello di come le città future potrebbero dover organizzare la propria logistica e gestione in modo ecosostenibile. Attraverso la raccolta e lo studio delle immagini tecniche prodotte dalla rete delle Istituzioni importanti atte a garantire il funzionamento invisibile e costante e il monitoraggio della città in previsione di eventi di acqua alta e non, si intende contribuire alla creazione di un nuovo percorso per un archivio storico attraverso
le immagini prodotte per fini logistici, tecnici e funzionali.
Attraverso la rilettura si intende raccogliere un sapere che va oltre alle immagini e che diventa un manuale per il futuro. Si intende utilizzare una serie stratigrafica di commenti e note a partire da un materiale raccolto e commentato attraverso diversi media, di archivio e non, fotografie, audio, film e interviste. Il fine è di poter realizzare una mostra multimediale che metta in connessione i diversi materiali, per proporre domande sulla logistica del futuro, sul cambiamento climatico, sull’acqua e gli oceani, sugli eventi meteo straordinari (inclusi a tal proposito gli eventi di acqua alta), sulla preservazione della storia tecnica della città attraverso una rivisitazione poetica che utilizzi anche gli spazi mobili di una città in un continuo stato fluido.
Obiettivi del workshop
Le Istituzioni invitate, saranno invitate a commentare l’evento a partire da materiali amministrativi, operativi e multimediali raccolti, come dalle fotografie e altri contenuti di archivio.
Gli esperti verranno facilitati dagli artisti che, selezionando i contenuti e proponendo delle chiavi narrative, faranno emergere il racconto dell’evento dalla prospettiva dell’Istituzione. Gli artisti vogliono superare l’idea di infografica per creare un diario collettivo che abbia un valore poetico e artistico e non solo documentativo.
Si potrà così arricchire il materiale d’archivio elaborato dagli artisti dandone un’interpretazione ed un senso operativo/processuale.
Documentazione del processo
In tale occasione si intende: procedere nella ricerca e nella selezione dei materiali; sviluppare un metodo; raccogliere e commentare selezioni di materiale testuale e visivo; raccogliere informazioni anche tecniche e operative, interviste per stabilire uno sviluppo tecnico, storico, istituzionale e poetico.
Attraverso questo laboratorio, si intende raccogliere una serie di stratigrafie poetiche di lettura di contenuti testuali e immagini, ma anche la raccolta di relativi metadati, dati tecnici e/o narrazioni al di là dell’immediatamente visibile.
Il laboratorio non si concluderà nei due giorni del’11 e del 12 novembre ma sarà uno stato processuale in progress con l’obiettivo che da questo materiale, successivamente lavorato e ampliato dai due artisti con l’ausilio delle Istituzioni e del team di AG, nascerà una mostra e/o una pubblicazione.
Questo processo rimarrà poi visitabile come display espositivo durante la mostra “Sulle Acque”.
Per oltre vent’anni, il fotografo e filmmaker Armin Linke ha documentato come l’umanità usa le tecnologie e la conoscenza per trasformare la superficie della Terra per adattarla alle proprie esigenze. Con un approccio collettivo con altri creativi, ricercatori e scienziati, le narrazioni delle sue opere si espandono in discorsi multipli. Le sue opere sono state esposte a livello internazionale. Ha vinto il premio speciale alla Biennale di Architettura e Immagine di Venezia del 2004 e nel 2019 ha ricevuto il Kubus.Sparda Art Prize. Attualmente è professore ospite all’ISIA di Urbino e artista in residenza al KHI di Firenze - MPI.
La ricerca artistica e fotografica di Giulia Bruno si concentra principalmente su questioni di identità, tecnologia, linguaggio, architettura e sulle contraddizioni che si verificano nell’interazione tra questi ambiti. Come regista, è interessata ai linguaggi artificiali e alle lingue che hanno veicolato per secoli la cultura e le risorse umane, con un particolare interesse per la loro conservazione e trasformazione per preservare la comunicazione e la conoscenza. I suoi lavori sono stati presentati a livello internazionale. Il suo cortometraggio “Capital” ha ricevuto il 1° premio a Visioni Italiane 2015. Nel 2018 il suo lavoro è stato selezionato nella Future Greats di ArtReview. Ha collaborato per molti anni con Armin Linke.
Luogo:
Chiesa di Santa Maria delle Penitenti, Fondamenta Cannaregio, 910, 30121 Venezia (VE)
Con il supporto di:
Ca’ Foscari, DVRI, MUHAI
Comitato scientifico:
Carlo Santagiustina, Costanza Sartoris, Luc Steels, Massimo Warglien
Comitato organizzativo:
Marco Cosmo, Giulia Saya, Erica Villa
Istituzioni partner:
VERITSAS, Comune: ufficio risarcimento danni acqua alta 2019, Protezione Civile, CNR ISMAR