Dietro le quinte: i laboratori di storia orale con le scuole purtroppo sono sospesi. Ci rivedremo dopo Pasqua, ma non sappiamo ancora quando.
Ho sempre pensato che i laboratori fossero luoghi di contatto, di condivisione e di dialogo con gli altri. Le immagini nella mente sono due: persone poste in cerchio che condividono senza giudizio le proprie esperienze e forse più semplicemente ricercatori che fianco a fianco condividono un obiettivo utile a tutti: creano vaccini, per esempio.
La storia orale invece nasce dall’incontro di due persone. Si occupa di testimonianze che prendono forma nell’interazione di due individui, due corpi che si narrano e che fissano in una bolla di tempo il racconto attraverso il ricordo, la memoria, la parola, gli sguardi e i silenzi.
Con i laboratori volevamo creare un antidoto al vuoto, alla mancanza di comunicazione verbale e di incontri con l’altro.
Questi laboratori di storia orale dovevano essere quindi la massima espressione dell’incontro e della relazione con l’altro. Invece sono nati a distanza in piena pandemia.
Le immagini sarebbero state più eloquenti delle parole, ma non mi è stato dato il permesso di rendere pubbliche le foto delle classi coinvolte nel progetto. Peccato!
Mi sono ritrovata davanti a uno schermo con tanti puntini mascherati in una classe semi deserta. Si nota un banco in prima fila, isolato, con un microfono. Sembra il banco dell’imputato. Lì gli studenti si siedono per interagire con me, che sono un’immagine su uno schermo. Un microfono puntato contro e ragazzi mascherati… fa ridere, ma mica tanto.
Poi ci sono i puntini da casa e spesso la telecamera resta spenta. Alcuni superano la distanza: sorridono, intervengono e alzano ‘la mano virtuale’ pigiando su un bottone. Credo non piaccia nemmeno a loro fare lezione così.
Il lockdown impedisce ai ragazzi di andare a scuola, di fare i laboratori, di fare interviste, di conoscere persone, di apprendere un modo diverso di fare storia e di conoscere la memoria della propria città.
Sono giorni sconfortanti… Ma poi arrivano le sorprese. Il messaggio che ti conferma che c’è speranza e che ti fa sorridere.
E si sa che ‘da cosa nasce cosa’…
Valentina Lisi, Tutor Laboratori di Storia Orale