The artwork applies machine vision to a catalog of found video footage of the 2019 Venice inundation, orchestrating a rising sense of agitation through a jittery assemblage of close-ups on algorithmically detected objects and motifs. It consists of a series of data-driven curated catalogs: starting from an editorial selection of footage culled from YouTube, various algorithmic processes are used to demarcate and reorganize the material into thematic video series. As viewed through this amateur footage the city appears to be invaded by water as objects and boats are pushed along the streets. In the background, the city's iconic views see, barely recognizable. The silent and hidden use of algorithms in the production of video emphasizes this chaos, detecting and reorganizing objects. The restlessness of the objects and people depicted in the videos, paired with the floating movement of the camera, stage a growing sense of anxiety, with the rising water in the foreground of the scene. Through the juxtaposition of apparently similar images, repetition is used as a rhetorical device to create an inexorable feeling of instability. With strain and misunderstanding, the eulogy for a dying Venice struggling to be born.
Federica Bardelli is researcher at Media Studies - University of Amsterdam. She is currently part of the Visual Methodologies Collective, Amsterdam. Her work focuses on new visual languages applied to research, specialising in information and data visualisation strategies with digital methods. She’s now working at the intersection of digital and multimedia arts, deriving common languages between research and artistic practices.
Gabriele Colombo is a researcher at Media Studies at the University of Amsterdam. He is affiliated with DensityDesign, a research lab at the Design Department of Politecnico di Milano, with the Department of Architecture and Arts of the Università IUAV di Venezia, and he is part of Visual Methodologies Collective in Amsterdam. His research and teaching activities focus on the design of novel strategies for the communication, exploration, analysis and valorisation of collections of images and videos.
Mark Tuters is a researcher in political subcultures online, an assistant professor at the University of Amsterdam, the director of the Open Intelligence Lab (oilab.eu), a co-Investigator on Infodemic.eu and a post-doc in ODYCCEUS and member of the Digital Methods Initiative.
L’opera applica la visione artificiale a un catalogo di video recuperati dell’inondazione di Venezia del 2019, orchestrando un crescente senso di agitazione attraverso un assemblaggio nervoso di primi piani su oggetti e motivi rilevati algoritmicamente. Consiste in una serie di cataloghi curati basati sui dati: partendo da una selezione editoriale di video presi da YouTube, vari processi algoritmici vengono poi utilizzati per delimitare e riorganizzare il materiale in diverse serie di video tematici. Vista attraverso questo filmato amatoriale, la città sembra essere invasa dall’acqua mentre oggetti e barche vengono spinti lungo le calli. Sullo sfondo, si vedono i panorami iconici della città, a malapena riconoscibili. L’uso silenzioso e nascosto degli algoritmi nella produzione dei video enfatizza questo caos, rilevando e riorganizzando gli oggetti. L’irrequietezza degli oggetti e delle persone rappresentate nei video, abbinata al movimento fluttuante della telecamera, mette in scena un crescente senso di ansia, con l’acqua che sale in primo piano nella scena. Attraverso la giustapposizione di immagini apparentemente simili, la ripetizione è usata come un dispositivo retorico per creare una sensazione inesorabile di instabilità. Con tensione e incomprensione, l’elogio di una Venezia morente che lotta per nascere.
Federica Bardelli è ricercatrice presso il centro Media Studies - Università di Amsterdam. Attualmente fa parte del Visual Methodologies Collective di Amsterdam. Il suo lavoro si concentra sui nuovi linguaggi visivi applicati alla ricerca, specializzandosi in strategie di visualizzazione di informazioni e dati con metodi digitali. Attualmente lavora all’intersezione tra le arti digitali e quelle multimediali, derivando linguaggi che accomunano ricerca e pratiche artistiche
Gabriele Colombo è ricercatore presso il centro di Media Studies all’Univer- sità di Amsterdam. È affiliato a DensityDesign, un laboratorio di ricerca del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, al Dipartimento di Archi- tettura e Arti dell’Università IUAV di Venezia, e fa parte del Visual Methodo- logies Collective di Amsterdam. Le sue attività di ricerca e insegnamento si concentrano sulla progettazione di nuove strategie per la comunicazione, l’esplorazione, l’analisi e la valorizzazione di collezioni di immagini e video.
Mark Tuters è assistente professore all’Università di Amsterdam in Media Studies, e ricercatore postdoc nella Digital Methods Initiative, l’unico team di ricerca umanistica nel progetto Odysseus. Prima della sua attuale carriera accademica, Marc ha sviluppato il concetto di “locative media” - un termine usato sia dai ricercatori, sia dai professionisti per riferirsi all’arte digitale site-specific. Attualmente residente ad Amsterdam, Marc è nato a Londra, è cresciuto a Toronto e Montreal, e ha vissuto a Los Angeles e Tokyo