In the long night of November 12, 2019, the sirens continued to blair, and so rang our cell phones: messages, photos and videos circulated in private chats and on social networks, "staring" at the anguish of those excited hours. At the same time, the control units of the Municipality and the tide detection stations recorded - in the city and in the inlets of the port - an important amount of data. People and sensors recount the same event, albeit in different ways: the subjectivity of the chats versus the objectivity of the readings; emotions versus numbers. But are they really two irreconcilable fields? Is it possible, thanks to data, to recreate the amazement of that night? This is the reflection at the base of the work. Venice is not completely "flat", but it has a height on the medium sea that oscillates between 80 centimeters (Rialto area) and over 200 (Tronchetto); this means that the city is not submerged in a homogeneous way during high tide and the same happened that night: many areas (the most known) were seriously invaded by water, while in others almost nothing was noticed. The altimetric data of Venice have been "cleaned" and transformed into a discretized chromatic gradient. This base was then used to visualize the "real" water level reached in the city thanks to the use of 850 Murano glass canes, cut and worked by hand. The canes, of four different colors and different heights, reproduce to scale the violence of that exceptional tide. The Murano glass stands as a metaphor for water and fixes - as in a photo - the maximum peak reached on the night of Aquagranda 2019. The final effect is that of a water skyline: a SkyTide
Matteo Silverio is a trained architect interested in exploring the potentialities given by scientific and technologic innovations in the design process, through a modern and multi-disciplinary approach that involves digital and fabrication tools. During his professional career, he has collaborated with several international renewed offices, performing a lead design and project management role on various innovative projects, winning several international design competitions. Many of his projects have been published in magazines, books, and exhibited in prestigious museums or institutions such as the Mint Gallery, the Saatchi Gallery or the Corning Museum of Glass, among others. Beyond his professional career, Matteo promotes teaching and researching activities. Therefore, he is currently lecturer at the Academy of Fine arts of Rovereto, the Istituto Europeo di Design in Venice and the University IUAV of Venice, where he teaches advanced 3D modelling and computational design.
Nella lunga notte del 12 novembre 2019 le sirene continuavano a suonare, e così i nostri cellulari: messaggi, foto e video circolavano nelle chat private e sui social network, “fissando” l'angoscia di quelle ore concitate. Contestualmente, le centraline del Comune e le stazioni di rilevamento della marea registravano - in città e nelle bocche di porto - un'importante mole di dati. Persone e sensori raccontano lo stesso evento, seppur in modo diverso: la soggettività delle chat contro l’oggettività delle rilevazioni; emozioni contro numeri. Ma sono davvero due ambiti inconciliabili? È possibile, grazie ai dati, ricreare lo stupore di quella notte? Questa è la riflessione che sta alla base dell'opera. Venezia non è completamente "piatta", ma ha un’altezza sul medio mare che oscilla tra gli 80 centimetri (zona di Rialto) e gli oltre 200 (Tronchetto); ciò significa che la città non viene sommersa in maniera omogenea durante l'alta marea e lo stesso accadde quella notte: molte zone (le più conosciute) furono seriamente invase dall’acqua, mentre in altre quasi non ci si accorse di nulla. I dati altimetrici di Venezia sono stati “puliti” e trasformati in un gradiente cromatico discretizzato. Questa base è stata poi utilizzata per visualizzare il livello “reale” dell’acqua raggiunto in città grazie all'utilizzo di 850 canne in vetro di Murano, tagliate e lavorate a mano. Le canne, di quattro diversi colori e diverse altezze, ripropongono in scala la violenza di quella marea eccezionale. Il vetro di Murano si erge a metafora dell'acqua e fissa - come in una foto - il picco massimo raggiunto nella notte dell'Aquagranda 2019. L'effetto finale è quello di uno skyline d'acqua: uno SkyTide.
Matteo Silverio è un architetto di formazione interessato a esplorare le potenzialità date dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche nel processo di progettazione, attraverso un approccio moderno e multidisciplinare che coinvolge strumenti digitali e di fabbricazione. Molti dei suoi progetti sono stati pubblicati su riviste, libri ed esposti in prestigiosi musei o istituzioni come la Mint Gallery, la Saatchi Gallery o il Corning Museum of Glass, tra gli altri. Oltre alla sua carriera professionale, Matteo promuove attività di insegnamento e ricerca. È attualmente docente presso l’Accademia di Belle Arti di Rovereto, l’Istituto Europeo di Design di Venezia e l’Università IUAV di Venezia, dove insegna modellazione 3D avanzata e progettazione computazionale.